Oggetto d'analisi complesso e sfuggente, l'allegoria rinvia all'alterità di un'essenza velata e si pone come processo ermeneutico che trascorre tra percezione del reale e intuizione dell'ignoto. Dall'ambito della retorica che la colloca, fin dall'Antichità, tra le figure del discorso, essa assume, già in Agostino, una valenza conoscitiva che la denota quale cifra del trascendente. L'uso di tale procedimento si rivela assai vario nella produzione testuale medioevale: l'allegoria infatti assume la forma della personificazione, spesso combinata con la metafora, o si innesta piuttosto, spesso in filigrana, sul processo narrativo, evenemenziale, mediante la costituzione di una "logica analogica" interna al testo: ad ogni elemento della narratio è conferita una pregnanza semantica riconducibile ad un quadro ermeneutico unitario e condiviso dai fruitori. Attraverso i saggi qui riuniti si è cercato di determinare a quale livello e mediante quali strategie agisca il processo di costituzione di allegorie in alcuni ambiti della produzione letteraria medioevale, soprattutto francese, e di tracciare, attraverso il variabile e complesso impiego dell'allegoria nei testi esaminati un possibile percorso nell'infinito e praticamente inesauribile universo del significare allegorico.
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Anno edizione:2015
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