Quello che vorrebbe essere un approccio "originale" e "dissacratore" all'esperienza dell'immersione in un Paese contraddittorio e difficile come l'India non è in realtà che un'interminabile, ripetitiva e fastidiosa sequela di lamentele per i disagi e le difficoltà del viaggio, per la sporcizia della gente, per le comodità che non si riesce a trovare. L'autrice dell'India ha visto solo quello, o forse pensa che a noi importi qualcosa dei fastidi da lei incontrati. Il tutto scritto in una prosa che, nello sforzo di apparire simpatica e lontana dai cliché della letteratura di viaggio, alterna brani inutilmente e maldestramente pesanti, artificiosi, di sapore anticheggiante e aulico, che vorrebbero suscitare il sorriso giocando sul contrasto con la materia "bassa" trattata, a brani in cui invece la lingua appare raffazzonata e tirata via e scivola quasi nel parlato. Libretto fastidioso e cui non si riesce a trovare un perché, per fortuna si legge in fretta.
India per signorine
Per conoscere l'India bisogna gettarsi almeno una volta nei suoi affollatissimi luoghi di culto. Il viaggio di Rosa Matteucci inizia dalla regione del Kerala, dall'ashram di Amma, una famosa mistica che, in un prodigioso spettacolo di esaltazione collettiva, abbraccia ininterrottamente fino a 18.000 persone al giorno, dispensando loro un pizzico di cenere sacra e una caramella, ai più fortunati anche una mela. La seconda tappa è Tiruvannamalai, dove l'incauta visitatrice viene risucchiata da una processione in onore di Shiva: una fiumana di mezzo milione di pellegrini, tra flagellanti indù, zingari distillatori di arak scatenati al ritmo del Ballo del qua qua, lebbrosi, vedove scampate alla pira, galli battaglieri, cani spellati e porcellini neri ghiotti di deiezioni umane. Rifugiatasi in albergo, riceve l'imprevista visita di tre scimmiette che fanno irruzione nella sua stanza, la devastano e si danno a pratiche irripetibili con la sua matita per gli occhi. Terzo e ultimo approdo è Mamallapuram, stazione balneare decisamente più a misura di turista, rifugio naturale per gli espulsi dal ventre del subcontinente, per visitatori sfiancati e sconfitti. Frastornata da una realtà che gioca secondo primordiali regole di sopravvivenza, ma disposta a lasciarsi travolgere dalla tumultuosa bellezza, Rosa Matteucci consegna una guida letteraria di tranciante irriverenza e disegna uno spassoso ritratto dell'India e degli occidentali che la frequentano.
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Anno edizione:2008
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