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Anno edizione: 1989
Anno edizione:
Anno edizione: 1985
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Esercitato da lungo tempo a percepire nella «Grande Marcia» verso l’avvenire la più beffarda delle illusioni, Kundera ha saputo mantenere intatto il pathos di ciò che, intessuto di innumerevoli ritorni come ogni amore torturante, è pronto però ad apparire un’unica volta e a sparire, quasi non fosse mai esistito.
«Il suo romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell'intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartengono a un altro universo da quello del vivere» - Italo Calvino
«Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell'aria, tra il fantastico e il possibile: mentre i leggeri sono respinti dai loro simili e trascinati dalla "compassione" verso i corpi e le anime possedute dalla pesantezza. Così accade nel romanzo: Tomás ama Tereza, Tereza ama Tomás: Franz ama Sabina, Sabina (almeno per qualche mese) ama Franz; quasi come nelle Affinità elettive si forma il perfetto quadrato delle affinità amorose.» - Pietro Citati
«Un libro che racconta come il pensiero del bene condizioni la vita di una persona quanto il male.» - Francesco Piccolo per Maremosso
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libro che va letto in diverse tappe della vita per comprenderlo a pieno
non è il mio genere preferito. È sicuramente interessante scoprire la profondità dei personaggi e il loro approccio verso la vita, l’amore, la leggerezza e la pesantezza
Il romanzo di Milan Kundera è giocato, per intero, sul filo dell'ossimoro nella titolazione: insostenibile leggerezza, una definizione quasi straniante, perché capace di sconvolgere la nostra percezione comune e abitudinaria della realtà, laddove è la pesantezza a poter essere insostenibile, a essere un gravame, a fronte della vaporosità piacevole della leggerezza. Milan Kundera ci impone di ripensare questo rapporto e lo fa per il tramite della rivelazione di aspetti nuovi e inconsueti, che, in fondo, poi, non lo sono neppure tanto. Basterebbe indugiare maggiormente sulla letteralità dei concetti e meno sul senso comune, per capire e riscoprire come, in sostanza, il peso (rectius, la pesantezza) sia attributo delle questioni di rilievo, di importanza e di interesse e come, per converso, la leggerezza sia da associarsi a quelle connotate da frivola noncuranza. Perché se la leggerezza non è superficialità, è sempre Italo Calvino a ricordarci, nella sua sinossi del romanzo, che, nella vita, tutto quello che scegliamo e apprezziamo come "leggero" non tarda, solitamente, a rivelare il proprio peso. Insostenibile. Ecco, dunque, sullo sfondo dell'invasione della Cecoslovacchia, si dipanano le umane, alterne vicende amorose di due coppie, che sono, piuttosto e meglio, quattro individualità, unite dall'attrazione degli opposti: l'amore puro e quello mariolo; la ricerca del consenso e quella della solitudine; la libertà e il suo surrogato in tempo d'oppressione; la ricerca di se stessi e della felicità. Scoprendone l'incompatibilità con la condanna umana a un tempo lineare, sempre diverso, e la sua conseguente insostenibile leggerezza.
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