Intingo le dita nella parola
Senza compiacersi di autofustigazioni, ma con un omaggio reverente alla verità, per quanto scomoda e penosa, la Nardin guarda in direzione dell’abisso. Non si scorda la bellezza dei prati verdi e dei loro occhi incantati, né il battito tenace e struggente delle rose. Ma sceglie, qui ed ora, nei versi di questa raccolta, un approccio tattile, per cercare, nelle pieghe delle parole il bello perduto, quello ancora da inseguire giorno dopo giorno, ma anche il tempo bianco, privo di pupille, privo di espressioni in cui l’uomo possa specchiarsi trovando le chiavi per cogliere il senso del mistero o almeno per trattenere quello che, poco o tanto, giusto o sbagliato che sia, costituisce l’essenza del viaggio, il percorso e la meta. (Dalla prefazione di Ivano Mugnaini).
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Anno edizione:2025
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