Il senso della fine giá nella prima pagina: perché il mondo è cambiato e non c'è posto per chi non sa adattarsi alle novità, rappresentate, simbolicamente, dallo schermo di un televisore, che entra per la prima volta nella casa di Albert e rende vero e vivo, incredibilmente vicino, il teatro di guerra in cui è coinvolto il figlio maggiore; perché l'amore del passato non si può eguagliare; perché l'amore c'è, ma spesso non trova parole per esprimersi; perché il mondo ha bisogno di noi, ma può andare avanti anche senza di noi. Albert sa quello che deve fare, ma tentenna: proprio come un eroe tragico, crede di poter scegliere, ma il destino deve compiersi, non gli è data possibilità di mutarlo, annullarlo. Può solo mettere ordine nella vita delle persone che gli sono state accanto, assegnare a ciascuno di loro il ruolo giusto, lasciare ereditá importanti: è il suo ultimo lavoro e lo compie con coscienza e luciditá. Persino ciò che rimane incompiuto, il taglio del ciliegio, ha una sua ragion d'essere e chissà, forse riuscirá a sopravvivere nonostante tutto. Albert è un uomo sensibile, si commuove e versa lacrime: lo definiresti un uomo fragile, incapace di accogliere il nuovo che avanza. Sono forti, invece, le persone che vivono il loro tempo senza rimpianti, inneggiando alla modernitá, trovando in essa le risorse per andare avanti, per amare e godere di nuovo, ancora. È questo che sei portato a pensare mentre avanzi nella lettura. Ma arrivati alla fine di questo breve romanzo, le categorie si confondono e forza e fragilità diventano parole vuote, mentre Albert ti sembra la pianta verace che fiorisce, miracolosamente, nonostante le siano state recise le radici. Un libro lirico, come lirica è la scrittura, limata, precisa, giusta. Un libro su cui si riflette ben oltre il momento in cui si è chiusa l'ultima pagina. Come un canto, la cui eco rimane nell'aria e la senti risuonare ancora a lungo, molto più a lungo della voce che l'ha prodotta.
Invecchiando gli uomini piangono
9 luglio 1961. Fin dalle prime ore del giorno fa un caldo micidiale. Albert è un operaio della Michelin. La moglie Suzanne si cuce i vestiti da sola. Gilles, il secondogenito, si appassiona a un romanzo di Balzac. Questa giornata particolare è anche quella dell’arrivo della televisione in casa Chassaing, comprata per vedere un reportage sulla guerra d’Algeria dove il primogenito Henri è stato mandato. Albert, un uomo comune in un’epoca di grandi trasformazioni, vede il suo mondo sgretolarsi davanti agli occhi. Riuscirà a trovare un posto nella nuova era? Riflessione sulla modernità e sul passaggio alla società dei consumi, Invecchiando gli uomini piangono illumina gli anni sessanta, teatro intimo e silenzioso di uno dei più grandi rivolgimenti del secolo scorso, e parla alla nostra epoca con toccante semplicità.
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Autore:
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Traduttore:
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Pagine:0
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Editore:
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Formato:
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Testo in italiano
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Delia 11 gennaio 2025Eroe tragico
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DELIA DIFONZO 15 maggio 2016
La giornata di un uomo semplice, grande lavoratore, padre e marito. Il senso della fine giá nella prima pagina: perché il mondo è cambiato e non c'è posto per chi non sa adattarsi alle novità, rappresentate, simbolicamente, dallo schermo di un televisore che entra per la prima volta nella casa di Albert e rende vero e vivo, incredibilmente vicino, il teatro di guerra in cui è coinvolto il figlio maggiore; perché l'amore del passato non si può eguagliare; perché l'amore c'è, ma spesso non trova parole per esprimersi; perché il mondo ha bisogno di noi, ma può andare avanti anche senza di noi. Albert sa quello che deve fare, ma tentenna: proprio come un eroe tragico, crede di poter scegliere, ma il destino deve compiersi, non gli è data possibilità di mutarlo, annullarlo. Può solo mettere ordine nella vita delle persone che gli sono state accanto, assegnare a ciascuno di loro il ruolo giusto, lasciare ereditá importanti: è il suo ultimo lavoro e lo compie con coscienza e luciditá. Persino ciò che rimane incompiuto, il taglio del ciliegio, ha una sua ragion d'essere e chissà, forse riuscirá a sopravvivere nonostante tutto. Albert è un uomo sensibile, si commuove e versa lacrime: lo definiresti un uomo fragile, incapace di accogliere il nuovo che avanza. Sono forti, invece, le persone che vivono il loro tempo senza rimpianti, inneggiando alla modernitá, trovando in essa le risorse per andare avanti, per amare e godere di nuovo, ancora. È questo che sei portato a pensare mentre avanzi nella lettura. Ma arrivati alla fine di questo breve romanzo, le categorie si confondono e forza e fragilità diventano parole vuote, mentre Albert ti sembra la pianta verace che fiorisce, miracolosamente, nonostante le siano state recise le radici. Un libro lirico, come lirica è la scrittura, limata, precisa, giusta. Un libro su cui si riflette ben oltre il momento in cui si è chiusa l'ultima pagina. Come un canto, la cui eco rimane nell'aria e la senti risuonare ancora a lungo, molto più a lungo della voce che l'ha prodotta.
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Mattia regalia 05 marzo 2013
misterioso,magnifico e sconvolgente… una bella storia che parla del passato e delle trasformazioni che si affacciano verso la modernità e che possono stravolgere tutte le certezze della vita.
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