Iperconnessi. Perché i ragazzi oggi crescono meno ribelli, più tolleranti, meno felici e del tutto impreparati a diventare adulti
Il libro al centro di articoli e discussioni in tutto il mondo. Un testo imprescindibile per capire la generazione smartphone.
«La colpa di questa epidemia di solitudine, frustrazione e nevrosi nella generazione di 13-19 anni è – secondo Twenge – di cellulari e tablet, che assorbono cervello, anima e cuore dei nostri ragazzi» - Gianni Riotta
La tesi di Jean M. Twenge è semplice ma rivoluzionaria: i ragazzi non sono piú quelli di un tempo. Sono nati negli anni zero del Duemila, sono cresciuti costantemente connessi, immersi negli smartphone (iPhone in particolare) e nei social network. La rete ha preso il sopravvento sui rapporti faccia a faccia e i giovani di oggi sono piú aperti e piú attenti delle precedenti generazioni, ma anche piú ansiosi e infelici. E sono immaturi, infantili: non bevono, usano meno droghe e fanno meno sesso, ma sono anche meno pronti ad affrontare la vita reale, al punto di essere sull'orlo della peggior crisi esistenziale di sempre.
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Anno edizione:2018
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