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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Finalista al premio Viareggio-Rèpaci 2020, sezione Saggistica
Tra amori, tradimenti, persecuzioni e speranze, Mirella Serri ripercorre le vite straordinarie dei ragazzi che decisero di resistere alla dittatura anche a costo della vita. E in un libro ricco di spunti, documenti e aneddoti offre una nuova pagina alla storia dell’antifascismo.
«Un mosaico di personalità capaci di giocarsi tutto» – Robinson
«Un libro che guida il lettore alla scoperta dei primi oppositori del regime tra le giovani generazioni» – Il Venerdì
«Questa è la storia di un manipolo di ragazzi assai lungimiranti che, ancor prima dell'ascesa al potere del Duce, intuì i pericoli a cui l'Italia e l'Europa andavano incontro.»
È una storia sconosciuta ai più quella del gruppo degli «irriducibili», i giovani costretti all’esilio in Francia, in Palestina e in Tunisia che non vollero rassegnarsi al fascismo trionfante in Italia. Giovani che con le loro limitate forze, anni prima dell’inizio della Resistenza, si organizzarono e cercarono di colpire una dittatura apparentemente invincibile. Avviarono sabotaggi, attentati e iniziative di propaganda con l’obiettivo di dare un segnale forte: nonostante il massiccio consenso tributato al Duce nella Penisola, vi erano anche italiani che avevano scelto di schierarsi sul fronte dell’antifascismo. Sono le storie emozionanti di Giorgio Amendola, Enzo ed Emilio Sereni, Giuseppe Di Vittorio, Maurizio Valenzi, Ada Sereni e molti altri: giovani comunisti, socialisti, seguaci di Giustizia e Libertà, repubblicani e altri ancora. Tutti utopisti, cosmopoliti e ribelli che, rifiutando il compromesso, divennero il volto internazionale della prima opposizione al fascismo e che ancora oggi sono importanti esempi di coraggio e dedizione.Indice
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In questo libro è brillantemente racconta con una precisa documentazione la storia di un gruppo di ragazzi e ragazze che osarono sfidare Mussolini e tutto il fascismo fin dalle loro prime comparse sulla scena politica e finirono con la partecipazione armata nella lotta partigiana per scacciare il nazifascismo dalla penisola italiana. Senza dubbio essi/e furono persone con grande lungimiranza. Iscritti tutti al dogmatico PCdI (Partito Comunista d'Italia); partito che diede non pochi problemi ai suoi militanti per la sua totale dipendenza dal PCUS di Stalin (come altri partiti comunisti d'Europa). Il patto di non aggressione siglato a Mosca il 23 agosto 1939 tra Molotov e Ribbentrop, rispettivi ministri degli affari esteri dell'Unione Sovietica di Stalin e della Germania nazista di Hitler, che successivamente verrà violato dallo stesso dittatore tedesco, recò un grossissimo problema all'antifascismo comunista dell'Europa occidentale (che rappresentava buona parte dell'antifascismo occidentale), perché nel periodo in cui quel patto era valido nessun militante comunista poteva nemmeno parlar male di Hitler e del nazifascismo che rischiava seriamente di essere perseguitato sia da Hitler o Mussolini, che da Stalin. Quest'assurdo compromesso tra le due dittature più potenti d'Europa bloccò per un lungo periodo l'azione e soprattutto la propaganda antifascista intrapresa da questi ragazzi e queste ragazze che per combattere il fascismo si erano iscritti al PCdI. Tale situazione si sbloccò solo quando Hitler decise di invadere alcuni territori annessi al Unione Sovietica e ad avanzare con le sue truppe verso Mosca, solo allora Stalin si alleò con l'Inghilterra. Da questo momento si fece spazio l'unione di tutti gli antifascisti. Così molti di questi "antifascisti della prima ora" di cui parla questo libro si arruolarono nell'esercito partigiano e contribuirono alla liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista. Alcuni tra questi "antifascisti della prima ora" sopravvissuti alla guerra furono eletti nell'assemblea costituente, ma furono gradualmente estromessi da tutti gli incarichi di partito e sostituiti da "antifascisti dell'ultima ora", cioè, furono sostituiti da quelle persone che durante il gli anni del regime fascista presero parte del sistema dittatoriale, poi quando scoppiò la guerra si convertirono nell'antifascismo ed aderirono al partito comunista. Questa operazione io la chiamerei: epurazione al rovescio dell'allora rinomato PCI.
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