L' isola dei cacciatori d'uccelli

la costruzione degli eventi è lunga, ma alla fine ne vale la pena, perchè il finale è fantastico, non si risolve solo il mistero ma anche l'arco narrativo dei personaggi rilevanti.

Che libro avvincente! Già l'ambientazione, nelle Ebridi esterne, remote selvagge e inospitali, ma bellissime. E poi la storia, che non è solo la soluzione di un omicidio, ma un percorso terapeutico di riappropriazione del proprio passato e con esso della propria vita. E' la ricostruzione di un puzzle molto complesso, con i pezzi tutti sparpagliati e molti nascosti. E quante cose non sono come sembrano, o come sembra di ricordare, anche nella propria vita e nel proprio passato! Bella scrittura, impreziosita dalla scelta di raccontare in prima persona il bambino e in terza l'adulto. E molto efficace, perché questo è un libro che emoziona, che rattrista, che commuove, che tiene in ansia e che alla fine risolve, con tanto dolore, perché l'unica strada possibile è quella che ci passa attraverso.

Fin McLeod è costretto a tornare al suo lavoro di poliziotto un mese dopo la morte del figlio di 8 anni. Un nuovo caso è emerso e solo lui può occuparsene, per due motivi: 1) un omicidio con un modus operandi simile ad un caso che aveva seguito lui stesso a Edimburgo 2) questo secondo omicidio è avvenuto sull'Isola di Lewis, dove lui è nato e cresciuto. Fin dovrà quindi far conti con un passato poco chiaro, rivedere il suo amico d'infanzia Artair e il suo primo (e unico) amore Marsaili. Le indagini porteranno alla luce pezzi del suo passato che prima pensava essere chiari, ma che ora hanno discrepanze ?che persino lui non riesce a colmare. Questo thriller psicologico tiene con il fiato sospeso fino all'ultima pagina, facendoci credere di aver capito chi è l'assassino ma senza poter immaginare il motivo. Il libro è appassionante perché porta a voler scoprire come finisce, senza doverlo realmente finire. Primo di una trilogia con Fin McLeod come protagonista, questo libro fa venir voglia di andare a scoprire i luoghi poco turistici delle isole scozzesi, dove si parla ancora prevalentemente gaelico.