Isotta
Il ritratto di una giovane lacerata e indifesa – votata come Isotta a un amore folle – e di una generazione cui l’infanzia è stata negata, nell’ammaliante romanzo di una dimenticata protagonista dell’emigrazione russa.
«Un fruscio flebile di sabbia alle sue spalle. Cromwell si voltò. Isotta camminava dritto verso di lui. Il suo ampio mantello bianco si apriva al vento. I capelli biondi le ricadevano sulle spalle. Grandi, chiari, trasparenti, gli occhi scrutavano il mare come in attesa. Camminava leggera e veloce, a testa alta; non camminava, anzi: fluttuava spedita in mezzo alla foschia.»
Quando apparve a Parigi nel 1929, "Isotta" suscitò critiche e indignazione negli ambienti dell’emigrazione russa: troppo moderna, troppo «europea» la scrittura, tersa e senza fronzoli; troppo esplicite le allusioni alla sessualità degli adolescenti – da una prospettiva femminile, per di più; troppo fosca l’atmosfera che si respirava, e che gettava pesanti ombre su tutta la gioventù émigrée. Irina Odoevceva narra la storia di una quattordicenne, Liza, e della sua piccola cerchia: Nikolaj, il mefistofelico fratello che ne tiene le redini; Andrej, legato alla ragazza da un amore inquieto e autodistruttivo; e l’inglese Cromwell, rampollo di buona famiglia a sua volta perdutamente innamorato di Liza. Assediata da una profonda disgregazione sociale e familiare, la jeunesse dorée ritratta da Odoevceva oscilla tra una noia asfissiante e l’illusorio richiamo di una vita «folle, divertente e spudorata», fatta di alcol e notti senza fine nell’incanto avvelenato di Biarritz. Finché «il presagio di qualcosa di inevitabile e tremendo» che grava su queste burrascose esistenze non si materializza, quasi fosse già inscritto nel nome fittizio della protagonista. Rivisitazione modernista del mito arturiano, "Isotta" ci rivela una figura dimenticata della diaspora russa e quasi estranea alla sua letteratura, capace di raccontare con ineguagliabile acutezza, in queste pagine a un tempo morbose e delicate, il trauma lacerante dell’esilio, di ogni esilio.
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Anno edizione:2025
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