Può uno Stato monarchico assolutista piccolo come un giardinetto influenzare la vita di una Repubblica geograficamente grande come la Francia o la Germania? La risposta è sì e quel paese è l'Italia, ormai rassegnata alle prediche più o meno velate dell'omino bianco di trastevere e di tutta la sua nutrita corte di paggetti. Sono convinto che molti italiani non sappiano assolutamente cosa sia una Repubblica e che una larga fetta di popolazione viva quello che potremmo chiamare un coma culturale. Se si analizzano le caratteristiche dei due Stati che questo ottimo libro prende in esame la prima differenza che a chiunque salterebbe agli occhi è il semplice ma non scontato fatto che una è una Repubblica e l'altra no. Ci sono parecchie vicende che rendono evidente il distacco che ci dovrebbe essere tra due forme istituzionali troppo differenti, possiamo prendere ad esempio il noto confronto sul crocifisso nei luoghi pubblici. In un'aula di tribunale di uno Stato repubblicano non può e non deve essere rappresentato alcun simbolo religioso, perchè in Italia invece in quasi tutti i tribunali si possono notare ben visibili dietro al giudice dei crocifissi a volte degni della più lugubre scenografia inquisitoria? E la scuola?....quale motivo può sussistere perchè un simbolo così forte e rappresentativo di una fede religiosa debba presenziare alle lezioni di matematica, scienze, italiano e via discorrendo....??? altre fedi dovrebbero vedere integrati i loro simboli? ma cosa sarebbe , una scuola o una Disneyland del credo? e vogliamo sottovalutare i dissidi che prima o poi nascerebbero? Da notare che se qualche cittadino fa notare il suo dissenso, immediatamente parte una macchina da guerra mediatica impressionante, fatta di serate televisive all'insegna delle urla dei fedeli che gridano all'assalto degli infedeli! titoli di quotidiani che puntano a scandalizzare le dolci vecchine che si vedono disegnare all'orizzonte un futuro nefasto per i loro nipotini tanto devoti. Eppure i luoghi di culto, sopratutto cattolici, in Italia non mancano di certo, ma come sempre gli estremisti sono sempre matematicamente anche dei prepotenti. Mi chiedo dunque se i cittadini italiani siano davvero consapevoli di quale conquista sociale sia una Repubblica laica, perchè sospetto che un gran numero di loro si augurerebbe che il piccolo Stato giardinetto ci inglobi in sè assurgendo a primo caso della storia della geografia politica mondiale in cui un pesce piccolo ne mangia uno grande. Nonostante recentemente due trasmissioni televisive (una della rete pubblica e l'altra di un emittente privata) abbiano mostrato quale fetore possa provenire dall'universo delle gerarchie vaticane quando si parla di guadagni attinti da beni immobili, affitti, rendite, investimenti ecc....nessuno si scandalizza. Il libro di Michele Martelli mi pare illuminante, utile a capire tramite una lettura scorrevole quale grossa partita l'Italia stia perdendo dando troppo peso agli anatemi dei sottanoni i quali hanno invece tutto da perdere a vivere circondati da uno Stato europeo forte e veramente laico.
Italy, Vatican State
Nell'attuale disputa sulla questione morale che vede i detentori di verità assolute asserviti alla Ragion di Stato (vaticana), il libro denuncia la millenaria ambiguità della Chiesa di Roma, fautrice di una morale a corrente alternata, tenacemente impegnata a maneggiare le chiavi del potere mentre promette quelle del Paradiso. In costante crescita è l'ingerenza del Vaticano nella sfera pubblica e il proposito di imporre il suo imprimatur alle istituzioni di ogni ordine e grado, al punto che persino il rifiuto dell'UE di menzionare nella Costituzione europea le "radici cristiane", ripetutamente rivendicate dai due pontefici Wojtyla e Ratzinger, sarebbe il segno della perdita da parte del continente della propria identità. Nell'indagare queste pressioni l'autore spiega come nei secoli l'affermazione in Occidente della moderna concezione laica e democratica dello Stato abbia coinciso con la manifesta e incessante opposizione delle gerarchie cattoliche. Dalla sovranità popolare alla separazione dei poteri, dallo Stato di diritto al principio di tolleranza fino alla libertà della scienza: la modernità in Europa ha emarginato le pretese teocratiche della Chiesa di Roma.
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Anno edizione:2010
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MASSIMO CASTELLI 15 giugno 2010
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