Esilarante così come ogni suo libro
La Jolanda furiosa
"Il punto G (ve lo spiego un po' col linguaggio della navigazione) si situa a circa sette, otto centimetri sulla rotta della Jolanda. A l'intérieur. Questo rassicura anche chi ha un Walter mignon, piccolo come il tappo del moscato." Nessuno come Luciana Littizzetto riesce a far ridere prendendo in giro i nostri costumi. E quello che c'è sotto. Insomma, per capirsi, quelle cose lì che ognuno chiama un po' come vuole, ma quando lei le chiama il Walter e la Jolanda la risata è irresistibile, imperiosa, incontinente. Nessuno riesce a rendere sublimi anche gli argomenti più triviali, e a trascinare a terra, a portata di mano e di sbeffeggio, quelli più alti. O forse semplicemente sopravvalutati. Finiscono così sotto una gragnola di guizzi comici la pubblicità, fatta di scoiattoli che spengono gli incendi con una puzzetta o di campioni del calcio (tanto per non fare nomi, Beckham) con un Walter che riempie l'intero cartellone: "Avete presente una baguette, un arrosto per dodici persone, un bob a due, l'uovo di Pasqua del bar, quello della lotteria pasquale?". Le banche, con i loro comodissimi codici IBAN: "È il numero più lungo del mondo. Un numero lungo come le balle dei cani da caccia". Gli uomini, che girano per casa coi bragoni da ginnastica ascellari o peggio ancora nudi, "con una pancetta a meloncino rosa dove l'ombelico pare il buco che si fa per metterci dentro il porto". I politici: "Che fine ha fatto Prodi, con l'occhiale montatura Telefunken e il viso a forma di Tetrapak?".
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Autore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2009
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Larry 03 dicembre 2021
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Ilaria Mazzini 12 marzo 2017
Anche in questo testo la Letizzetto ha saputo esprimere tutta la sua verve, il suo umorismo sarcastico che fanno di quest'opera un capolavoro della letteratura italiana contemporanea a mio avviso. Schietta, pungente, stuzzicante, senza mezzi termini, l'autrice esprime ciò che pensa talvolta (o forse spesso) eccedendo nel volgare senza aver paura dei "moralisti" del nostro tempo, delle convenzioni, dei costumi e del "buon e fin parlare". Per i motivi sopra elencati, consiglio la lettura di questo e di tutti i suoi altri testi, sempre calati nella modernità del presente.
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dopo una dura giornata niente di meglio che qualche pagina di questo libro per ritrovare il sorriso e ridere a crepapelle, da abbinare a "I dolori del giovane Walter"
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