Un romanzo che è anche una testimonianza dell'esperienza vissuta da Malaparte sul fronte orientale della seconda guerra mondiale. Nè diario nè vero e proprio romanzo, non si capisce mai se gli episodi narrati siano realmente accaduti, parzialmente accaduti, esageratamente riportati o completamente fittizi. L'aspetto più interessante, enfatizzato da una scrittura a tratti complessa ma sempre elegantissima, è il costante accostamento della violenza e crudità della guerra alla frivolezza e distaccato disinteresse di certe persone/personaggi altolocati. I dialoghi scritti in varie lingue straniere non tradotti in italiano, non lunghi seppur abbastanza frequenti, possono infastidire il lettore, in quanto si rischia di non avere una comprensione completa al 100% dell'opera, non intaccando comunque il succo.
Kaputt
A Stoccolma Malaparte incontra il principe Eugenio, fratello del re di Svezia. E nella villa di Waldemarsudden non può trattenersi dal raccontare ciò che ha visto nella foresta di Oranienbaum: prigionieri russi conficcati nella neve fino al ventre, uccisi con un colpo alla tempia e lasciati congelare. È solo la prima di una fosca suite di storie che, come un novellatore itinerante, Malaparte racconterà ad altri spettri di un'Europa morente: ad Hans Frank, Generalgouverneur di Polonia, a diplomatici come Westmann e de Foxà, a Louise, nipote del kaiser Guglielmo II. Storie che si annidano nella memoria per non lasciarla mai più: il Ladoga, simile a "un'immensa lastra di marmo bianco", dove sono posate centinaia e centinaia di teste di cavallo, recise da una mannaia; il console d'Italia a Jassy, sepolto dal freddo peso dei centosettantanove cadaveri di ebrei che sembrano precipitarsi fuori dal treno che li deportava a Podul Iloaiei, in Romania; le mute di cani muniti di cariche esplosive che, in Ucraina, i russi addestrano ad andare a cercare il cibo sotto il ventre dei panzer tedeschi. Storie, anche, malinconiche e gentili: quella dei bambini napoletani convinti dai genitori che gli aviatori inglesi sorvolano la città per gettar loro bambole, cavallucci di legno e dolci; o, ancora, quella delle ragazze ebree destinate al bordello militare di Soroca. Storie che trascinano in un viaggio lungo e crudele, al termine del quale si vedrà l'Europa ridotta a un mucchio di rottami.
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Anno edizione:2014
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