Nell'antichità "Katàne" era il nome di Catania. Lo sarà nuovamente dopo che la Sicilia Orientale viene devastata da una catastrofe naturale causata dall’esplosione del vulcano Etna. A farci da Caronte in questo futuro distopico abbiamo Tancredi Di Bella, ispettore archeologico dal passato travagliato. Da Milano l'ispettore dell'Archeopol ritorna nella sua terra d'origine per indagare, a partire dal delitto di uno spacciatore albanese, su un misterioso traffico di antichi reperti. Al Dipartimento Archeologico trova ad aiutarlo una squadra variegata e compatta come i "Bastardi di Pizzofalcone". Nel futuro prossimo come nel remoto passato, certe cose non cambiano mai: molti investigatori prima di loro hanno già abbandonato il caso per colpa di ingerenze o perché ci hanno lasciato le penne. L'ispettore Di Bella non poteva sospettare che in quella città in rovina fiorisse una vivissima quanto vasta rete di potere e segreti. Questo originale esperimento letterario (e forse primo di una serie) è firmato da Claudio Chillemi, autore catanese di numerosi racconti, romanzi e opere teatrali. "Katàne" è un thriller archeologico, a metà tra il crime e lo spy, che potrebbe essere un normalissimo poliziesco se non fosse per il contesto post-apocalittico. Tra capitoli brevissimi e colpi di scena sparati dal tamburo di una colt, la chiave di volta potrebbe risiedere in un paradosso temporale. Il meccanismo sempre suadente della detection ci parla stavolta del futuro ma, come sempre, per raccontarci un presente molto difficile...
