Romanzo collettivo che sfocia a volte in un trattato filosofico, Labirinto di morte echeggia di quel pensiero religioso astratto e logico che sarà per Philip K. Dick il vero e proprio motivo dominante nell'ultima sua opera, la Trilogia di Valis.
Quattordici persone, nevrotiche e alienate nel loro rapporto con il lavoro e con il mondo esterno, decidono di lasciare una Terra disumana e oppressiva e di partire per il pianeta Delmak-O. Per Ben Tallchief, dopo una vita fallimentare, sembra aprirsi un futuro di euforica comunione con gli altri; e così è anche per Seth Morley, insoddisfatto del suo lavoro. Ma all'improvviso il satellite delle comunicazioni viene distrutto e i quattordici umani si ritrovano da soli sul pianeta, in un crescendo di misteri, terrore e morte. La realtà oggettiva vacilla, e l'intero paesaggio sembra solo un inganno dei sensi, un fondale di cartapesta dove gli uomini si agitano come marionette mosse a caso da una divinità folle e imperscrutabile. Scritto nel 1968, Labirinto di morte affronta uno dei temi più cari a Philip K. Dick: cosa è reale e cosa non lo è.
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Anno edizione:2016
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