Recensioni La laguna del disincanto

Alessandro Onofri è un reporter stanco di guerra, quasi dimentico della propria infanzia tra Venezia e il petrolchimico di Porto Marghera, dove è rimasto invischiato in una brutta storia tra sette e delinquenti comuni, ma quando un’amica disperata gli mostra il filmato del figlio che terrorizza il fratello mimando una lezione di scuola dai macabri rituali, non si tira indietro. Scoprirà che altri bambini della stessa scuola presentano gravi traumi. Le loro foto circolano nelle bacheche di Silk Road, il mercato illegale di droga, armi e pornografia celato nel Dark Web, la parte di Internet più nascosta. Forse lì, tra le pieghe della rete anonima, antiche credenze hanno trovato una nuova collocazione. Se quei bambini sono solo vittime di insegnanti malati come tutti sostengono, perché i massimi livelli della Polizia Postale e dell’Interpol indagano? Cosa si cela nella scuola? L’agire di isolati pervertiti? Una mafia internazionale o, ancora una volta, qualcosa di più oscuro? Per scoprirlo Alessandro sarà costretto a mettere in dubbio le certezze con cui ha sopito i terrori dell’infanzia e a perdersi in un viaggio che lo riporterà verso il suo passato di tenebra.
Proposto da Giovanni Pacchiano al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:«La scrittura di Scudeletti è asciutta, priva di enfasi o cedimenti a eccessi di pathos; febbrile in alcuni punti di maggior dramma. L’intreccio, complesso, è organizzato con molta destrezza; resa ancor più coinvolgente la storia dal continuo alternarsi di presente e passato, che crea ansia nel lettore desideroso di sapere. Ma non si creda che si tratti di un semplice thriller, o meglio ancora di un noir, vista l’aura di pratiche proibite e di sangue copiosamente sparso che pervade la vicenda. Giacché generi narrativi si fondono armoniosamente: è certo un noir, ma è anche un melò dato il largo spazio alla vicenda amorosa fra il protagonista Alessandro e la bella Fersehteh, e anche, ma forse soprattutto, è l’immagine di un mondo, il nostro mondo, che sta mutando e non in meglio per gli usi impropri di internet che possono far scambiare le fantasie oniriche, anche le peggiori e le più ignobili, in realtà (si vedano le cronache quotidiane dei giornali). Mentre la presenza nascosta del dio denaro e della volontà di potenza, due delle dominanti del nostro tempo, sono messe in discussione non con discorsi retorici ma dallo sviluppo della stessa trama, conferendo al romanzo una incisiva coloritura etica che non è certo l’ultimo dei meriti di questo straordinario libro.»
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