Lasciate che i pargoli. Storie di presunta educazione cattolica nell'Italietta democristiana
L'autore si propone di ricreare quell'atmosfera sociale e culturale che permeava le varie fasi della sua educazione religiosa; quindi anche di quella, strettamente connessa, sessuale. Gli episodi narrati colgono alcuni passaggi anagrafici da bambino a ragazzo, fino al matrimonio, con la leggera e quasi affettuosa ironia. Il patronato parrocchiale, l'aula del liceo e l'abbazia inglese, sono altrettanti scenari delle tappe della "presunta" educazione cattolica degli anni '50 e '60, saldamente basata – soprattutto nel Nordest del Paese – sul binomio inscindibile Chiesa Cattolica/Democrazia Cristiana. Nella seconda parte gli episodi (assolutamente veri e coperti da anonimato delle persone) hanno come protagoniste figure femminili provenienti da diverse regioni. Anche loro si muovono fra ambienti domestici, centri parrocchiali e dintorni. Si tratta di sei ragazzine in buona misura accomunate da elementi caratteriali di rigogliosa umanità che (ancora una volta!) la "presunta" educazione cattolica si illude di coartare sotto la spessa coltre di bigottismo di quell'epoca lontana. In realtà, inconsapevolmente le modella come delle piccole, stupende, protofemministe. Entrambi i forzati percorsi educativi, sia quello maschile che quello femminile, alla lunga sono sfociati in aree socioculturali ben diverse da quelle prefigurate dal sopra citato binomio. Si potrebbe obiettare che si tratta di roba d'altri tempi, oggi "rottamata", per dirla con un termine in auge? Non è detto.
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Anno edizione:2017
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