Breve e intensa lettura. Lenz viene considerato uno dei racconti più belli della letteratura tedesca, pur se rimasto in forma di abbozzo. Vi viene descritto il dramma di un uomo -ed è il dramma dell’uomo.E’ tutta la disperazione del poeta e drammaturgo Lenz che cerca se stesso nella forza e nella grandiosità degli elementi, che cerca sollievo al proprio tormento interiore nella natura, nei profili maestosi, nella voce del vento, nella pace di una valle e nella vicinanza del pastore che lo ospita e gli rivela la vita -il racconto di Büchner si basa su alcune annotazioni del pastore pietista Oberlin e fa riferimento al periodo in cui Lenz, nel 1778, fu presso di lui, testimone iniziale della schizofrenia che si andava manifestando nel poeta. E’ tutta l’impotenza a colmare un nulla, un vuoto e una solitudine che diventano angoscia, che diventano un continuo gioco d’ombre, di speranze e di terrori, di illusioni e realtà, di pensieri e sentimenti che travolgono. E’ lo stato di continua esaltazione e di lucida follia, di sogni febbrili e di notti insonni, di ateismo e di preghiera -un sé doppio, fatto di una parte che cerca di salvare l’altra e di una parte che vuole perdere l’altra. E se la consolazione religiosa, o il dolore fisico, placano ancora le sue inquietudini, così come la luce del giorno o la quiete domestica avevano fatto inizialmente, ecco che nel buio emerge sempre più il suo dissidio interiore, la paura di precipitare in un abisso spaventevole, la necessità di sentirsi e sapersi vivo. Nel buio ogni pensiero dilania l’anima e la mente, ogni equilibrio faticosamente raggiunto si spezza, ogni identità viene smarrita. Il buio gli rimanda la percezione di un sé troppo vuoto e freddo e la consapevolezza della propria immensa angoscia, quella che giunge a lui attraverso i pensieri, il mondo attorno, la paura e il desiderio della morte, l’incapacità di cogliere e raggiungere l’uomo -e sé- negli uomini. A nulla servirà la fede -persa nel toccare la lontananza e il silenzio di Dio- , a nulla varranno i tentativi di suicidio. Lenz giungerà a rassegnarsi al vuoto totale e al peso della propria esistenza necessaria.Una narrazione breve, ma di forte impatto emotivo. Ogni parola è esattamente là dove deve essere. Ogni parola è necessaria e non ve n’è neppure una superflua. Il realismo descrittivo, lo scavo psicologico, il perfetto equilibrio della composizione si fondono in una sola bellezza e armonia. Grandi. Potenti.
Lenz. Ediz. italiana e tedesca
La vita di Georg Büchner fu brevissima e segnata da opere abbaglianti. Accanto al Woyzeck e alla Morte di Danton, testi fondatori del teatro moderno, il racconto Lenz – qui presentato con testo originale a fronte – ha un ruolo analogo in rapporto alla narrazione. Questa storia, il cui protagonista è il poeta romantico Lenz, lascia affiorare una forma che diventerà un emblema per tutta la letteratura nel suo azzardo estremo, fino a Robert Walser: quella della «passeggiata dello schizofrenico». In questo racconto ogni parola, ogni articolazione della frase sottintendono una tensione tale da non poter tollerare neppure un minimo accrescimento – e però si manifestano sulla superficie di una prosa impassibile, seppur soltanto alla maniera in cui tale poteva esser definito Lenz nelle ultime righe del racconto: «Pareva del tutto ragionevole, parlò con la gente; faceva tutto come facevano gli altri, ma c’era un vuoto orribile in lui, non sentiva più alcuna paura, alcun desiderio; la sua esistenza gli era un peso necessario».
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