Leopardi va accostato a quegli autori occidentali (come Hobbes, Spencer e Pareto) che hanno usato la fisica del corpo umano e del mondo per spiegare i fenomeni sociali e psichici. Contro l'immagine ormai superata e inesatta di poeta del vago e dell'indefinito, di pascoliana memoria, questo libro fornisce l'immagine diametralmente opposta di un esperto delle scienze, dedito ad inventare analogie "socio-fisiche" o "psico-morali" (come quella, celebre, dei «globetti» contenuta nei Pensieri), servendosi dei moderni studi sulla meccanica dei fluidi, sulla pressione, sul principio d'inerzia, sullo choc des corps. L'esame di tale produzione analogica costringe inoltre ad un ripensamento complessivo del rapporto fra scienza e poesia in età moderna, fra creazione artistico-letteraria ed episteme, unite da Leopardi in un nesso inscindibile che ne fa un precursore della neoretorica novecentesca e della filosofia della scienza susseguente agli attacchi di Charles P. Snow contro la separazione delle "due culture".
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Leopardi e le metafore scientifiche
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Anno edizione:2008
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