La Lettera da Delfi venne scritta in anni turbolenti: il futuro non era promettente, il poeta era stato condannato all'esilio, la strada era stretta e Ducic lo sapeva benissimo. La corruzione dilagava ed era chiaro che l'Europa era infetta "di mortal veleno": non solo il calice a cui si abbeveravano i dirigenti, ma anche la pubblica sorgente cui tutto il popolo attingeva. La crisi attuale dava alle sue parole un significato già postumo. Il vuoto politico di allora fa scaturire nel poeta il ricordo della storica caduta di Tebe e dello splendore di Atene offuscato dalla tirannia di Alessandro Magno. La tragedia di Cheronea (338 a.C.) accende in lui la viva memoria dei Re Santi e del loro esercito unito: essi abbeverarono del loro sangue il Campo dei Merli (1389 d.C.), offrendo eroicamente la vita per un Regno serbo unito a difesa dell'Europa cristiana.
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Anno edizione:2021
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