Lettere alla casa editrice - Federico Zeri - copertina
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Letteratura: Italia
Lettere alla casa editrice
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Descrizione


Federico Zeri inizia a collaborare con l'Einaudi nel 1955, come autore del volume "Pittura e Controriforma" che uscirà due anni dopo. In breve, oltre che autore di catalogo, diventa il più importante consulente della casa editrice per la storia dell'arte. Dal 1955 inizia un carteggio che durerà per tutta la vita, anche se documentato solo fino al 1980. In questo volume Anna Ottani Cavina ha scelto le lettere più significative (102 su 116), scritte da Zeri a Giulio Einaudi, a Paolo Fossati, soprattutto a Giulio Bollati, che è stato l'interlocutore privilegiato. Zeri è un consulente instancabilmente propositivo: mette in campo ricerche e progetti, suggerisce libri da tradurre, rompendo steccati disciplinari e ideologici. E sa essere irresistibile e caustico quando si sente in dovere di censurare colleghi, maestri, la stessa casa editrice. Questo libro presenta un'ulteriore sfaccettatura della personalità del grande critico, mostrandone il lavoro editoriale, le letture, qualche polemica. Ed è documento di un modo di fare libri a partire dal colloquio ininterrotto con i propri consulenti, un metodo che fu peculiare dell'Einaudi in quegli anni e che segnò una pagina della nostra editoria e della nostra cultura.

Dettagli

9 febbraio 2010
XVII-132 p., Brossura
9788806203511

Conosci l'autore

Foto di Federico Zeri

Federico Zeri

1921, Roma

Federico Zeri (Roma, 12 agosto 1921 – Mentana, 5 ottobre 1998) è stato un critico d'arte italiano.Forrmatosi a Roma presso i Gesuiti (svilupperà una sostanziale antipatia per la gerarchia ecclesiastica, ed un netto agnosticismo), il padre lo avviò allo studio della botanica e della chimica, ma nel 1943 Zeri abbandonò tutto e decise di seguire le lezioni sulla storia dell'arte del professore Pietro Toesca.Nel febbraio 1944 venne arrestato dai fascisti su denuncia di una vicina di casa, che lo accusava di intrattenere rapporti di amicizia con persone notoriamente antifasciste. Condannato a morte, venne liberato grazie all'interessamento di uno sconosciuto, che lo volle aiutare come gesto di gratitudine verso suo padre Agenore, da cui anni prima era stato curato...

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