(Londra 1879 - Coventry 1970) scrittore inglese. Studiò presso la Tonbridge School e il King’s College a Cambridge. Fu in Italia per qualche tempo e qui ambientò due suoi romanzi: Monteriano (Where angels fear to tread, 1905) e Camera con vista (A room with a view, 1908). Nel luglio 1914 finì di scrivere il romanzo Maurice, pubblicato postumo nel 1971. In Il cammino più lungo (The longest journey, 1907) rievocò i suoi anni di studio, attaccando le convenzioni in vigore nelle public schools. Centrati sul tema della sensibilità atrofizzata o prigioniera e delle sue possibilità di liberazione a contatto con esperienze radicalmente nuove, questi romanzi rivelano un bizzarro accostamento di sofisticata ironia e di ingenua adesione alla concezione romantica della libera personalità. In Casa Howard (Howard’s end, 1910), romanzo più complesso, più ambizioso e soprattutto più maturo, F. esplorò le contraddizioni della personalità, ma velandole di una sottile allusività. Un soggiorno in India gli fornì il materiale per il suo capolavoro, Passaggio in India (A passage to India, 1924). In esso F. descrisse e analizzò i rapporti tra indiani e inglesi residenti in India non solo dal punto di vista sociale, ma anche come simbolo di problemi assai più vasti ed enigmatici, connessi ai rapporti dell’uomo con i suoi simili, con la cultura e con i propri istinti. Tutti i romanzi di F., in sostanza, indagano sui rapporti umani (un tema assai caro al «gruppo di Bloomsbury», cui F. appartenne) e sulle abitudini, le convenzioni, i pregiudizi che li mettono in crisi. L’opera di F., che pubblicò anche studi critici (Aspetti del romanzo, Aspects of the novel, 1927) e saggi, è forse l’esempio più perspicuo di quella che è stata definita «la fantasia liberale» nell’Inghilterra del primo Novecento.