"Nome d'arte di Rodolfo Guglielmi, attore statunitense di origine italiana. Negli Stati Uniti dal 1913, lavora dapprima come giardiniere, poi come ballerino in troupe itineranti. Approda al cinema nel 1918, all'inizio come generico, quindi come comprimario antagonista (L'avventuriero, 1918, di J. Maxwell), infine come protagonista assoluto (I quattro cavalieri dell'Apocalisse, 1921, di R. Ingram). Nasce così il suo breve ma travolgente mito: prototipo del latin lover, bruno e ardente, in una Hollywood alla ricerca di attrazioni «esotiche» e personaggi da scandalo, V. – in realtà volonteroso quanto modesto interprete di raffazzonate vicende, nonché emblema vivente di ambigue seduzioni sensuali – suscita una impressionante ondata di fanatismo e di isteria collettiva, che accompagna ogni suo film (Lo sceicco, 1921, di G. Melford; Sangue e arena, 1922, di F. Niblo; Monsieur Beaucaire di S. Olcott, e Notte nuziale di J. Henabery, entrambi del 1924; Cobra ancora di Henabery e L'Aquila nera di C. Brown, entrambi del 1925; Il figlio dello sceicco, 1926, di G. Fitzmaurice). Definito dallo scrittore J. Dos Passos «il gigolò dei sogni di tutte le donne d'America durante l'età del jazz», fascinoso nonostante la sua indolenza, è il primo esempio di divismo di massa nella storia del cinema: rappresentato come una sorta di semidio che vive in un mondo di lusso lontano da quello dei comuni mortali, suscita fenomeni imitativi nei teenagers americani che cercano di assomigliargli e scatena travolgenti passioni nel pubblico femminile. Alla sua morte, a soli trentun anni, i funerali si trasformano in un campo di battaglia a causa della ressa incredibile e alcune donne arrivano perfino a suicidarsi per il dolore della perdita. K. Russell ha rinverdito il suo mito nel film Valentino (1977), interpretato dal ballerino R. Nureev."