(Roma 1871-1938) letterato italiano. Docente di letteratura greca nelle università di Milano e di Roma, accademico d’Italia, saggista e critico letterario, autore di novelle, testi teatrali e poesie (Miti e fantasie, 1910), musicista (compose le musiche per i drammi greci da lui rappresentati a Siracusa e Pompei), è noto soprattutto per le versioni dei classici greci (Sofocle, Euripide, i lirici, Aristofane) e latini (Orazio, Plauto), che si caratterizzano per il timbro dannunziano del linguaggio. Sul piano teorico assunse posizioni estetizzanti e nazionalistiche, polemizzando con la filologia tedesca (Minerva e lo scimmione, 1919). Fu anche autore di saggi sul teatro (Nel regno di Dioniso, 1918) e sulla lirica e la musica greca (Nel regno di Orfeo, 1921).