(Riva Ligure, Imperia, 1877 - Torino 1953) scrittore italiano. Allievo di A. Graf e docente di letteratura italiana nell’università di Torino, fu conferenziere, dicitore e commentatore di poeti, specialmente di Dante. Svolse attività di critico d’arte per il «Corriere della sera». Autore di novelle (Il mazzo di gelsomini, 1913; Il campo di grano, 1914), di drammi (Don Giovanni in provincia, 1920) e di un romanzo (Il violinista, 1908), è ricordato soprattutto per le sue raccolte di poesie: Belfonte (1903), Sul limite dell’ombra (1906), Il randagio (1921), Italiche. Nuove poesie (1923), I versetti (1930). Verseggiatore elegante ma superficiale, fu il più dotato epigono di G. D’Annunzio: il suo breve respiro lirico s’impegna ora a disegnare immagini preraffaellite, ora a cogliere un’effimera realtà mondana.