(Cordoba? - Venezia 1534?) scrittore spagnolo. Nato da una famiglia di ebrei convertiti, lasciò la Spagna probabilmente in seguito al decreto di espulsione degli ebrei (1492) e si trasferì in Italia, prima a Roma, dove assistette al sacco dei lanzichenecchi (1527), e poi a Venezia. È autore della Lozana andaluza (1528), una satira anticlericale scritta nella forma del dialogo in prosa che ha come tema centrale la carriera di una cortigiana, la sua ascesa e declino, ed è un affresco crudo e disincantato della Roma truffaldina e ruffianesca, squallida e gaudente all’ombra degli splendori della corte pontificia. Vicina ai Ragionamenti di P. Aretino per argomento e spregiudicatezza di linguaggio, essa segna il punto di incontro fra la tradizione del racconto picaresco spagnolo e la novellistica italiana. Nel 1963 Rafael Alberti l’ha rielaborata in forma teatrale.