Henry Miller è stato uno scrittore, pittore, saggista, reporter di viaggio statunitenese. Autore anticonformista e antiborghese, è ricordato soprattutto per la rottura con le forme letterarie del suo tempo e lo sviluppo di un tipo di romanzo che intreccia autobiografia, critica sociale e riflessione filosofica.
«Sono nato per strada e cresciuto per strada... Nella strada impari cosa sono veramente gli esseri umani».
Nato da genitori di origine tedesca, frequenta per un breve periodo il City College di New York per poi impiegarsi in una gran varietà di lavori. All'età di 27 anni si sposa per divorziare dopo sette anni e risposare la seconda moglie, la ballerina June Smith. A partire dal 1919 inizia a pubblicare su diverse riviste e a comporre un primo romanzo, le bozze del quale non furono mai pubblicate. Nel 1924 lascia il lavoro e diventa noto come scrittore "porta a porta", cercando di far conoscere i propri pezzi con espedienti i più diversi. Dopo un breve soggiorno in Europa, nel 1928, ritorna a New York e si dedica a un secondo romanzo, anch'esso mai pubblicato.
Dal 1930 al 1940 si trasferisce a Parigi dove trova la meritata notorietà e intreccia una passionale relazione con la scrittrice Anais Nin che lo aiuta a pubblicare la sua opera più nota, Tropico del cancro (1934), una sensuale autobiografia. Negli anni parigini pubblica anche Primavera nera (1936) e Tropico del Capricorno (1939).
All'avvento della Seconda guerra mondiale parte per la Grecia per andare a trovare lo scrittore Lawrence Durrell e da questa esperienza nasce un altro famoso romanzo, Il colosso di Maroussi (1941).
Tornato negli Stati Uniti, inizia a viaggiare per il paese e raccoglie memoria di questi spostamenti nel suo celebre Un incubo ad aria condizionata (1945).
Lo scrittore è ormai conosciuto e le sue opere, tra cui spiccano La crocifissione rosea (trittico composto dal 1949 al 1960) e Opus Pistorum (1941), cominciano a essere pubblicate e tradotte non solo negli Stati Uniti. Trascorre gli ultimi anni della sua vita in California, dove fa in tempo a risposarsi un altro paio di volte.
«Parole, frasi, idee, non importa quanto sottili o ingegnose, i voli più folli della poesia, i sogni più profondi, le visioni più allucinanti, non sono altro che rozzi geroglifici cesellati nella sofferenza e nel dolore per commemorare un evento non comunicabile.»