(Einsiedeln, Zurigo, 1493 - Salisburgo 1541) medico, alchimista e filosofo svizzero. La sua figura fu avvolta, fin dal sec. XVI, da leggende che la avvicinavano a quella di Faust. Egli sostenne l’importanza della chimica nella medicina, all’interno di una conoscenza iniziatica dell’essenza di ogni sostanza e quindi del segreto ultimo dell’uomo e della natura. Cattolico, fu però vicino alle componenti agostiniane del luteranesimo. Primo a tenere le sue lezioni (1522-28 ca a Basilea) in tedesco, fu con Lutero uno dei modellatori della lingua tedesca nell’età della riforma, oltre che l’inventore di neologismi scientifici accolti in tutte le lingue. Tra i suoi scritti più noti ricordiamo Opus Paramirum (1530-31), La grande chirurgia (Grosse Wundarznei, 1536), Paragranum (postumo, 1565). La prima edizione completa dei suoi scritti, alcuni aprocrifi, comparve a Basilea negli anni 1589-91. Per la sua aspirazione a uno sviluppo integrale dell’uomo, emblematica dello spirito del rinascimento, P. ha esercitato una notevole influenza sulla cultura dei secoli successivi, da Shakespeare a Spinoza, a Goethe, sino a C.F. Meyer, all’antroposofo R. Steiner e al poeta E. Pound.