(Ischitella, Foggia, 1676 - Torino 1748) storico italiano. Si formò nell’ambiente napoletano e fu uno dei massimi esponenti del pensiero giurisdizionalista. Nella Istoria civile del regno di Napoli (1723) condusse una coraggiosa polemica in favore dell’autonomia dello stato laico, contro le prevaricazioni dell’autorità ecclesiastica: l’opera ebbe grande risonanza in tutta Europa e fu tradotta in inglese, francese e tedesco. Perseguitato per le sue idee anticlericali, G. fu costretto a rifugiarsi a Vienna; ma nel 1734, quando i Borbone salirono sul trono di Napoli, dovette allontanarsi anche dalla corte imperiale. Arrestato dalle autorità piemontesi nel 1736, morì in carcere; durante la detenzione scrisse un’autobiografia (Vita scritta da lui medesimo). Agli anni viennesi risale il Triregno (postumo, 1895), in cui, descrivendo l’evolversi delle idee religiose dalle epoche più remote dell’umanità, radicalizza le tesi anticurialiste.