(Firenze 1310 ca - 1388) poeta italiano. Fu campanaro e banditore del comune, autodidatta. La sua produzione abbondante e fortunata comprende sonetti, sirventesi, cantari incentrati su vicende della storia patria (ne dedicò sette alla guerra contro Pisa) e cavallereschi (Gismirante, Brito di Brettagna, Reina d’Oriente, Apollonio di Tiro e Madonna Lionessa), una riduzione in 91 canti in terzine della Cronica di G. Villani (Centiloquio) e un poemetto in terzine sulle usanze popolari della sua città (La proprietà di Mercato Vecchio): opere tutte che, per la facile ispirazione e per l’immediatezza del dettato, si rivelano destinate a un rapido consumo popolare. Sempre incline a un moralismo sentenzioso e fondamentalmente conservatore, con le sue rime popolareggianti, a sfondo politico e civile, rese familiari tra i ceti umili i concetti e i programmi della classe dirigente fiorentina.