Il Cairo, 25 gennaio 2011, venticinquemila manifestanti in rivolta contro Mubarak occupano piazza Tahir. Attraverso l'intreccio di storie esemplari e toccanti, si dipana l'affresco di una pagina esaltante e tristissima dell'Egitto moderno, Un romanzo da leggere e rileggere, nonostante che la “fine” della sua storia sia nota: per aiutarci a capire meglio altre storie a noi purtroppo più vicine e ancora irrisolte.
Sono corso verso il Nilo
Cairo, 25 gennaio 2011, venticinquemila manifestanti in rivolta contro Mubarak occupano piazza Tahir. Mentre sbocciano storie d'amore e si infiamma la passione politica, Khaled, un giovane attivista, viene assassinato dai militari. Un delitto perpetrato alla luce del sole, eppure avvolto dal mistero. La sua ragazza, Dania, studentessa di Medicina nonché figlia del capo dei servizi segreti 'Alwani, assiste impietrita all'esecuzione. Lì ci sono anche Asmaa e Mazen. Lei è un'insegnante di inglese che si rifiuta di indossare il velo e di contribuire a un sistema scolastico corrotto. Lui è il figlio di un attivista degli anni settanta e lavora come ingegnere in un cementificio. Anche il più riluttante Ashraf, la cui casa si affaccia sulla piazza, si lascia coinvolgere nelle proteste. Di famiglia copta, nei giorni della Rivoluzione si ritrova solo con la domestica Ikram: la moglie si è rifugiata lontano dal centro città a casa della famiglia paterna. I personaggi messi in scena da 'Ala al-Aswani si ritrovano a un bivio e sono chiamati a compiere scelte delicate. Ma, come Saturno, la rivoluzione divora i suoi figli, soprattutto in una repubblica che è repubblica solo per finta.
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Autore:
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Anno edizione:2020
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Enzo 02 gennaio 2025La rivoluzione tradita
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Sere 04 febbraio 2024Splendido!
‘Ala al-Aswani è riuscito a riassumere in maniera magistrale crudezza, romanticismo, speranza e disillusione. Da leggere per avere un approccio moderno a un Egitto che sembra bloccato nel tempo.
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CHRISTIAN ANTONIO ROSSO 01 ottobre 2018
La letteratura per fortuna! Così si intitola un saggio - che non ho letto, pur avendo voglia di farlo - del filosofo milanese Silvano Petrosino. La letteratura per fortuna! Dovreste prendere tra le mani l’ultimo romanzo di Ala Al Aswani per capire in poco meno di 400 scorrevolissime pagine che cosa siano state le Primavere arabe, cosa sia l’Egitto postrivoluzionario del generale Al Sisi, quell’Egitto che ha inghiottito la vita di centinaia di giovani e quella del nostro Giulio, cosa sia la vita, la fede, la religione, la politica, l’amore ai tempi della dittatura e del desiderio del suo capovolgimento in libertà. “Sono corso verso il Nilo”: non era questo il titolo del romanzo in arabo. Leggendolo, ho scoperto che si tratta della citazione tratta da un capitolo del libro, per la precisione del grido dei giovani rivoluzionari che, volendo fuggire alle cariche ordinate dall’esercito, si danno alla fuga verso il grande Fiume. Il romanzo, al pari di tutti gli altri di Al Aswani, ruota attorno a una galassia di personaggi contraddittori, virtuosi e schiavi del vizio, coraggiosi e meschini, devoti a Dio ma insofferenti nei confronti delle gerarchie. Nelle vicende egiziane si può specchiare anche il lettore occidentale che, pur non conoscendo le brutture della dittatura militare, inizia a fare esperienza della fragilità della democrazia, della forza brutale della propaganda, della manipolazione del consenso, della perdita di fiducia nei confronti del vivere associato e civile. Quella di Al Aswani è la denuncia di una società cinica che non crede più in Dio ma si inchina alle religioni, che preferisce il quieto vivere alla dignità, che si rassegna di fronte al male, divenendone in qualche modo corresponsabile. Non vi spoilero il finale. Sappiate però che non c’è happy ending. La narrazione corre lungo i binari del pessimismo e le conclusioni sono tragiche. Non c’è redenzione, manco nelle ultime pagine. C’è spazio solo per un piccolo ammonimento: se la ricerca etica non si trasforma in lotta politica condivisa nessuna rivoluzione potrà mai trionfare. E nella sfida tra etica comune e interesse personale, prevale inevitabilmente il secondo. Lascio ad Asma’ le ultime parole di questo lungo post. Così scrive al fidanzato Amazon, rinchiuso in carcere per attività di sedizione: “Questa è la verità, Mazen. Io sono davvero una nullità, tu sei una nullità, tutti i ragazzi della rivoluzione sono una nullità. Ci hanno fatto, e continueranno a farci, tutto quello che vogliono. Ci ammazzeranno, ci violenteranno, ci faranno perdere un occhio con un proiettile di gomma, e nessuno mai sarà giudicato, nessuno mai pagherà. E sai perché? Perché siamo una nullità; perché abbiamo fatto una rivoluzione di cui nessuno aveva bisogno e che nessuno voleva. Lo so che tu credi ancora nel popolo. Io, invece, non ci credo più. Questo popolo, per la cui libertà e dignità sono morti i migliori di noi, non sa che farse di libertà e dignità”. Adesso, continuate voi la lettura per conto vostro. Allahu Akbar
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