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Anno edizione: 2018
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Si tratta del terzo libro della serie di favole dedicate al bambino che è dentro ognuno di noi, preceduto da “Il bambino nascosto” e “Il bambino arrabbiato”, e come questi intende essere un gentile invito a guardarsi dentro, a comprendere le ragioni della nostra sofferenza, quasi sempre riconducibili al periodo dell’infanzia. Il titolo è emblematico: ci sono parti di noi che abbiamo dimenticato, che sono sempre state lì e che non stimoliamo più per una ragione o l’altra. Eppure questi spazi si riattivano nei momenti apparentemente più inopportuni, ma è solo così che possono rendersi manifeste alla nostra tendenza all’oblio. Abbiamo bisogno di tornare a sentire, di recuperare il bambino perduto. Anche in questo caso invito tutti coloro in cerca di una piacevole esplorazione di sé ad avvicinarsi a tutti i testi scritti da Aba Marcoli.
È stata una lettura piacevole, dolce, molto commovente e di grande utilità nella pratica della consapevolezza di ciò che siamo tramite la comprensione di ciò che siamo stati e che ancora è vivo dentro di noi: il bambino. Attraverso un uso sapiente e coinvolgente della favola, Alba Marcoli permette al lettore di ritrovare la propria storia dimenticata, sbiadita, ma mai perduta, perché nulla di ciò che siamo stati viene perduto, mai. Riprendere il punto di vista del bambino, ritornare bambini, è un'esperienza straordinaria! Le ferite che ci portiamo dietro dall'infanzia hanno bisogno di sanguinare fino all'ultima goccia per potersi rimarginare e permetterci di utilizzare l'energia spesa a soffrire in nuove forme di gioia. Lo consiglio a tutti, soprattutto a chi ha lasciato in un baule impolverato il proprio dolore e il proprio bambino interiore solo in una stanza remota del cuore. Si può stare bene se ci concediamo di abbracciare il passato.
Recensioni
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