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Anno edizione: 2019
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La storia della Sicilia ed in particolare di Giojusa Guardia, possiamo ben dire, che non è molto conosciuta, che è rimasta nella conoscenza di un esiguo numero di persone, e naturalmente, sui documenti storici conservati negli archivi del comune e nella Curia Vescovile di Patti. Le tradizioni della propria terra, ai più, sono poco conosciute, in pochi sanno e tanto meno, gli abitanti, i contadini che risiedono nei pressi del monte dove sorgeva Giojosa Guardia, che per secoli, il loro Signore e padrone, fu il Vescovo di Patti. Gli antichi Statuti, dicono che faceva parte delle terre feudali, il mare era percorso da nemici, corsari e dunque, situata in cima ad un Monte, serviva da Guardia al litorale. L’occasione per raccontarla e porgerla a costoro ed ad altri, mi è stata data, casualmente, da zio Matteo Canfanza, lontano parente della mia nonna paterna, contadino, pescatore, ed anche poeta, però rimasto legato, evidentemente, alle tradizioni degli avi. Lo zio Matteo Canfanza, terminata la sua carriera di militare, ritornato al villaggio, senza discendenti diretti, prima che l’Alzheimer lo colpisse in modo irrimediabile, mangiandogli la memoria, ritrasse le sue conoscenze, quante più informazioni possibili, mettendole a dimora, conservandole in un quadernetto di scuola, circuendo il tracciato delle strade, i ruderi delle case, e che mi sono pervenute, per un caso fortuito. Un mattino, che la scuola era terminata e non sapevo cosa fare, cercando, nella vecchia credenza di famiglia, la raccolta, i fascicoli, dell’avventura del Bandito Giuliano di Montelepre, sul fondo, fra ami e lenze, piombi e sugheri, gagliardetti militari, piccole scatole vuote, mi saltò in mano, questo quadernetto e per curiosità, apertolo, fui catturato da quanto vi era inciso, e spinto da un desiderio soverchiante di sapere e farne conoscere la storia, mi accinsi ad un immane lavoro, integrandola con le fonti storiche dei vari archivi, ho tentato di stenderla, di raccontarla, di porgerla a costoro, ecco, a beneficio personale e delle generazioni future. Gioiosa Guardia (o Gioiosa Vecchia) è ubicata sul monte Meliuso a circa 800 metri s.l.m., isolato e ventoso, domina la costa tirrenica, infatti, dalla sua posizione incantevole, panoramica e fertile, dalla sua altezza, tiene sott’occhio, osserva sia Patti che dista circa 5 chilometri, che Taormina, il vulcano Etna, Milazzo e le isole eolie, il Monte Pellegrino e le coste della Calabria. I turisti, che per diletto, s’avventurano, non vi è alcun servizio, arrampicandosi fin lassù, affrancano la fatica, con la magnificenza, la bellezza che possono ammirare dall’alto dei ruderi. Il Monte Guardia, nei millenni, è stato abitato, a più riprese, sin dall’Età del Bronzo, passando per il periodo greco ed ellenistico, per finire al medioevo, l’ultimo insediamento, infatti, risale al 1300, quando Giojusa, Gioiosa Guardia ( o Gioiosa Vecchia ), fu fondata da Vinciguerra D’Argagona, eletto sotto il regno di Federico III° . Vinciguerra d’Aragona, aveva facoltà, ove ritenesse necessario, di costruire torri e fortezze, per difendere il territorio dalle invasioni dei pirati, e sul monte Melliuso, in Sicilia, vi costruì la città. Il Monte Meliuso, Monte Guardia, per la posizione era un punto strategico a difesa di possibili attacchi nemici, ed ecco il nome, e con il sorgere delle prime case, il primo Barone a governare. Il Borgo, a seguito di sommovimenti tellurici infernali e da eventi climatici repentini, non ultima, una devastante invasione di cavallette che distrusse l’intero raccolto di grano, addirittura, mettendo a rischio la loro esistenza, e dopo l’ennesimo terremoto, avvenuto nel 1783, fu abbandonata, costrinse gli abitanti, a trasferirsi sulla costa. . Gioiosa Guardia, era divisa in quattro quartieri che, naturalmente, facevano capo, riferimento, alle chiese, e cioè, di S. Nicolò, della Madonna delle Grazie, della Catena e di S. Giovanni Battista.
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