Un libro che diventa quasi una guida turistica. Tabucchi racconta i suoi bellissimi viaggi narrando i particolari e i luoghi più personali, dall'Italia all'Australia passando dall'India e dal Portogallo e molti altri posti. Sicuramente molto bello da leggere in particolare per un viaggiatore alla ricerca di qualche posto nuovo da visitare e assaporare.
Viaggi e altri viaggi
Dice Antonio Tabucchi: "Sono un viaggiatore che non ha mai fatto viaggi per scriverne, cosa che mi è sempre parsa stolta. Sarebbe come se uno volesse innamorarsi per poter scrivere un libro sull'amore". Eppure, in "Viaggi e altri viaggi" ci sono i luoghi del mondo, un mondo sufficientemente grande per non essere quel "villaggio globale" che vorrebbero i sociologi e i mass media. Vi entrano "alla rinfusa" la Lisbona di Pessoa, il Brasile distante dalle mete obbligate di Congonhas do Campo, la Madrid dell'Escorial, il Jardin des Plantes a Parigi, l'Australia di Hanging Rock, la Séte di Paul Valéry, e poi Creta, la Cappadocia, Il Cairo, Bombay, Goa, Kyoto, Washington. Tabucchi ci accompagna con sovrana gentilezza a conoscere e a riconoscere i luoghi di una mappa singolare, certo, ma condivisibile attraverso la lingua familiare del racconto. Una mappa che si apre volentieri ad "altre" forme di viaggio la rassegna delle città fantastiche degli scrittori, le letture di Stevenson, la misteriosa frase di uno zio davanti agli affreschi del Beato Angelico, le montagne di Eça de Queirós, l'Egitto di Ungaretti, l'evocazione dell'Amazzonia attraverso un grande libro come Il ventre dell'universo. Nell'uno e nell'altro caso - nei viaggi effettivi e in quelli evocati dalla letteratura - Tabucchi ci invita a vedere e a restare, a muoverci e a ritornare. Ogni volta l'appuntamento è una sorpresa, perché il mondo è sempre un altrove, una scoperta di noi stessi attraverso gli altri.
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Autore:
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Curatore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2010
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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ANDREA FRESCHI 13 aprile 2011
Libro piacevolissimo. su Sète. Forse Tabucchi avrebbe ancor di più legato i poeti diversi, Valery e Brassens, coabitanti nel museo, sapendo che non solo la madre del primo ma anche del secondo era italiana! (di Marsico in Lucania) Forse nelle pietanze delle mamme c'è una misterioso ingrediente per le poesie?
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Di libri su viaggi ne ho letti alcuni, e da uno scittore tanto blasonato come lui mi sarei aspettato qualcosa di più coinvolgente. Non mi è piaciuto più di tanto. I primi capitoli sono più affascinanti, più si va avanti più ci si annoia però.
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