(Atene 440 ca - dopo il 390 a.C.) oratore ateniese. Di famiglia aristocratica, fu accusato con Alcibiade di avere partecipato alla mutilazione delle erme, le statue di Ermes poste agli incroci delle vie (415). Costretto all’esilio, riuscì a rientrare ad Atene con l’amnistia di Trasibulo (403) e si affermò nella carriera politica. Nuovamente denunciato per empietà nel 399, l’anno della morte di Socrate, pronunciò con successo l’orazione Sui misteri, la più importante rimastaci, rivendicando la propria innocenza anche per i fatti del 415. La sua oratoria politica (abbiamo tre orazioni e frammenti di altre quattro), retoricamente poco elaborata ma non priva di espressività, fu valutata dagli antichi forse troppo severamente.