(Klimontów 1901 - Vladivostok 1939) scrittore polacco. Costretto a rifugiarsi nella Russia sovietica dopo il discusso romanzo Io brucio Parigi (1929, nt), visione fantastico-simbolica della distruzione della metropoli capitalista, vi fu arrestato (1936) sulla base di accuse infondate, e morì in prigione. J. è uno degli iniziatori del futurismo polacco (La scarpa all’occhiello, 1921, nt; Il canto di Jakub Szala, 1926, nt), che tentò originalmente di collegare alla tematica sociale e rivoluzionaria. Anche il romanzo L’uomo cambia pelle (1935-37, nt), scritto in Russia, nonostante il suo impianto realistico riecheggia l’esperienza futurista nel suo iperbolismo prometeico. J. lasciò anche un romanzo incompiuto (La congiura degli indifferenti, uscito nel 1962, nt) e un interessante testo teatrale (Il ballo dei manichini, 1931).