Donato Jaja (Conversano 1839 – Pisa 1914) è stato uno dei più grandi filosofi della stagione neoidealistica italiana. Cominciato il suo percorso di studi a Bologna con il neokantiano Francesco Fiorentino, proseguì poi la sua formazione a Napoli, divenendo uno dei più valenti seguaci dell'hegelismo di Bertrando Spaventa. Mantenendo comunque una posizione assai originale rispetto alla scuola spaventiana, ottenne poi la cattedra di Filosofia Teoretica a Pisa, dove fu il maestro di Giovanni Gentile. Di carattere schivo e poco aperto alla sfera pubblica, la sua produzione fu assai ristretta, anche per via del continuo impegno dedicato a perfezionare i propri scritti. Tra le opere fondamentali: Origine storica ed esposizione della Critica della ragion pura di E. Kant (1869); Saggi filosofici (1886); Sentire e pensare (1886); Ricerca speculativa (1893); L'intuito nella conoscenza (1894).