(Verona 1595-1655) scrittore italiano. Fu membro dell’Accademia degli Incogniti con il nome di Eureta Misoscolo. Traduttore di Ovidio, autore di trattati scientifici, di commedie (Parthenio, 1627), tragedie (Il Christo passo, 1629; Cleopatra, 1635) e romanzi (La Messalina, 1627; L’Ormondo, 1635), si rivelò prosatore originale in due bizzarre opere d’impianto tipicamente barocco: La lucerna (1625) e L’antilucerna (1648). Nella prima immagina che un’anima, dopo mirabolanti trasmigrazioni e metamorfosi, si sia incarnata in una lucerna e gli racconti una serie di episodi storici, per lo più licenziosi e tragici, dal suicidio di Cleopatra all’assassinio di Enrico IV. Nella seconda, obbedendo a violente critiche religiose, fa sfilare pie immagini e pentite meretrici al posto delle cortigiane, delle regine e dei principi presenti nella Lucerna.