Regista italiano. Fratello di Bernardo, si fa le ossa come assistente e cosceneggiatore di Strategia del ragno (1970), Novecento (1976) e La luna (1979). Come regista, la sua prima opera di rilievo nasce dall’amicizia con l’allora venticinquenne R. Benigni che fa esordire nel 1977 in Berlinguer ti voglio bene, film anomalo e fuori dagli standard, basato sulla surreale e provocatoria logorrea del comico toscano, con il quale collabora ancora, in chiave più disimpegnata, per riproporre al cinema parti dello spettacolo TuttoBenigni (1983). Gli altri suoi lavori esplorano con misura la psicologia femminile, da Oggetti smarriti (1980) a Segreti segreti (1984), da Strana la vita (1987) a Amori in corso (1989), che insieme danno voce a due generazioni di attrici italiane «impegnate»: da L. Massari a M. Melato e L. Sastri. Più sfilacciati i film seguenti: Troppo sole (1994) si arena sull’assolo narcisistico della strabordante protagonista S. Guzzanti, mentre Il dolce rumore della vita (1999) soffre di un eccesso di metafore e concettosità. Più coraggioso, sentito e sperimentale è invece L’amore probabilmente (2001), un film in tre episodi, girato in digitale, sul rapporto verità-finzione nella messinscena filmico-teatrale e nel mestiere dell’attore. Nel 2006 realizza il rigoroso documentario Pasolini prossimo nostro.