Compositore, violinista e teorico musicale. Avviato alla carriera ecclesiastica, dopo i primi studi a Capodistria si iscrisse (1708) ai corsi di giurisprudenza dell'università di Padova. Sposatosi nel 1710, si trasferì ad Assisi, dove rimase tre anni perfezionandosi nello studio del violino. Attivo ad Ancona e a Fano, nel 1721 era a Venezia; nello stesso anno fu assunto al posto di primo violino nell'orchestra della basilica di S. Antonio a Padova. Invitato a Praga nel 1723, vi si trattenne oltre tre anni; al suo ritorno a Padova, aprì una scuola di violino che divenne presto famosissima in tutta Europa. Salvo sporadici viaggi, rimase a Padova per tutto il resto della vita, dedicandosi non soltanto all'insegnamento e alla composizione, ma anche all'approfondimento di particolari settori della teoria musicale su basi fisico-matematiche. Secondo la teoria tartiniana, i principi musicali sono regolati da leggi naturali e poggiano su precise formule matematiche. Fondamentale per tutto lo sviluppo non solo della sua teoria, ma anche della sua poetica, fu la scoperta del terzo suono (1714), risultante dalla simultanea esecuzione di due altri suoni. Questa scoperta diede modo a T. di indagare sulle leggi che governano l'armonia e di riflettere sul fenomeno musicale per eccellenza: la voce umana. L'esposizione dei principi teorico-pratici di T. è contenuta nelle tre opere: Trattato di musica secondo la vera scienza dell'armonia (1754), De' principi dell'armonia musicale contenuta nel genere diatonico (1767) e soprattutto il Trattato degli abbellimenti, pubblicato a Parigi nel 1771 (Traité des Agréments de la Musique) ma redatto in italiano intorno al 1740. A esse si devono aggiungere altri scritti (inediti), alcuni dei quali di carattere puramente matematico. La monumentale opera strumentale di T. comprende esclusivamente concerti e sonate. I primi sono complessivamente 131 (tutti per violino, a eccezione di 2 per violoncello e 2 per flauto); le seconde sono o per violino o per violino e basso (almeno 174, più altre dubbie e numerosi movimenti isolati) o per due violini e basso (ca 40) o infine per due violini, viola e violoncello (4). Nel campo dei concerti, T. parte dalle esperienze di Corelli e di Vivaldi, e se nei primi anni ha come modello formale il concerto barocco (con la marcata distinzione fra solo e tutti), verso il 1730 elabora un tipo di concerto che concede maggior spazio al solista, dilatandone le possibilità virtuosistiche ma sempre in chiave espressiva. Il tematismo si fa più consistente, meno frantumato in episodi, e le nozioni di sviluppo e di elaborazione tematica assumono funzione determinante nell'insieme del discorso. Ciò vale anche per le sonate, dove l'influenza corelliana è più che evidente e di cui T. ha lasciato esempi mirabili (si pensi alle due celebri sonate in sol minore intitolate Il trillo del diavolo e Didone abbandonata), in tre o quattro movimenti, con allegri ritmicamente molto marcati e con adagi ove l'elemento patetico, drammatico e lirico ha una tensione quasi romantica.