(Forlì 1845 - Bologna 1916) poeta italiano. Trascorse quasi tutta l’esistenza a Bologna, dapprima come impiegato, poi come bibliotecario. Nel 1877 pubblicò la raccolta di poesie Postuma, fingendo trattarsi dei versi di un cugino morto per tisi, Lorenzo Stecchetti: il volume suscitò scandalo per l’audacia dei toni erotici e blasfemi. La denuncia e la satira del conformismo morale, religioso, sociale, improntano anche le raccolte successive: Polemica (1878), Nova polemica (1878), Rime di Argia Sbolenfi (1897; altro pseudonimo di G.) e il poema burlesco e parodistico Giobbe (1882), scritto in collaborazione con C. Ricci e in polemica con M. Rapisardi. Pur atteggiandosi a poète maudit, G. fu ignaro delle complicazioni etiche e intellettuali della sensibilità decadente e, anche per il tono medio della sua poesia, va considerato un tipico esponente del realismo.