Teorico della musica austriaco di origine polacca. Allievo di Bruckner e rinomato didatta di pianoforte, elaborò, a partire dall'analisi dei processi compositivi osservabili nei capolavori dell'800 (in particolare di Beethoven e Brahms), una nuova teoria della musica tonale e delle sue strutture, i cui elementi espose nelle riviste da lui fondate a Vienna «Der Tonwille» (1921-24) e «Das Meisterwerk in der Musik» (1925-30) e nella sua opera maggiore Neue musikalische Phantasien und Theorien (Nuove teorie e fantasie musicali, 1906-35, 3 voll. dedicati all'armonia, al contrappunto e alla composizione libera). Base della sua teoria è la sostituzione dei concetti tradizionali di «tonalità» e di «modulazione» con quelli più estensivi di grado tonale e tonalizzazione, che consentono un'analisi più organica e meno arbitraria delle strutture interne di una composizione. Ogni brano tonale è infatti «riducibile» a una struttura armonica profonda o Ursatz (tonica-dominante-tonica) e a una linea melodica fondamentale o Urlinie (discesa dal 3° o dal 5° grado della scala sino al 1°), le quali in sede di elaborazione compositiva vengono dilatate nel tempo attraverso tecniche di prolungamento e di articolazione che intervengono ai livelli strutturali di superficie: Le teorie schenkeriane hanno avuto particolare importanza nello sviluppo della moderna analisi musicale soprattutto negli Stati Uniti, e da qui sono state reintrodotte in Europa negli anni '80.