(Cambridge, Massachusetts, 1819 - Elmwood, Massachusetts, 1891) scrittore statunitense. Espresse acuti giudizi in versi sugli scrittori contemporanei (Emerson, Bryant, Hawthorne, Poe) nella Favola per i critici (A fable for critics, 1848) e partecipò, nello stesso anno, alle polemiche antischiaviste con la prima serie de Il carteggio Biglow (The Biglow papers, 1848), raccolta di epistole in versi nel colorito dialetto yankee. In seguito, divenuto professore di letteratura a Harvard, e poi direttore dell’«Atlantic Monthly», si dedicò quasi esclusivamente alla critica: Tra i miei libri (Among my books, 1870 e 1876), Le finestre del mio studio (My study’s windows, 1871). Dal 1877 al 1885 fu ministro plenipotenziario, prima in Spagna, poi in Inghilterra, dove trovò una seconda patria. E in effetti nella sua figura di letterato coesistono il poeta vernacolo e l’intellettuale cosmopolita, vittoriano nei molteplici interessi come nel mal celato conservatorismo aristocratico.