(Cadice 1741 - Gibilterra 1782) saggista e poeta spagnolo. Visse in prevalenza a Madrid, dove frequentò circoli illuministi (come la Fonda di San Sebastián). Soprattutto in opere quali Gli eruditi alla violetta (Los eruditos a la violeta, 1772), vivace satira della falsa dottrina accademica, e Lettere marocchine (Cartas marruecas, postume, 1793), un viaggio attraverso i mali sociali del paese sull’esempio delle Lettere persiane di Montesquieu, C. riflette bene le istanze critiche e progressive della Spagna del periodo riformatore, introducendo, fra l’altro, nella cultura degli «afrancesados» l’esigenza di una prospettiva nazionale e di una rigorosa osservazione d’ambiente. Mentre inaugurava un genere di saggistica a sfondo socio-politico affermatosi poi nella letteratura «costumbrista» dell’Otto e del Novecento, da Larra a Ganivet, C. si accostò a modi preromantici-sepolcrali nelle tre Notti lugubri (Noches lúgubres, 1789-90), celebrazione e congedo, in forma drammatica, della stessa passione amorosa cui aveva dedicato, anni prima, le liriche classicheggianti di Ozii della mia giovinezza (Ocios de mi juventud, 1773).