(Cuenca 1490 ca - Napoli 1541) teologo e letterato spagnolo. Fautore della riforma, nel 1529 pubblicò, per incoraggiamento di Erasmo, il Dialogo della dottrina cristiana (Diálogo de la doctrina cristiana), opera condannata dall’inquisizione. In seguito si trasferì a Roma come cameriere apostolico di Clemente VII. Venuto in contrasto col nuovo pontefice Paolo III, si rifugiò a Napoli, dove diresse una piccola comunità religiosa. Il suo pensiero, sempre più vicino alle tesi luterane, è affidato ad alcuni trattati: le Cento e dieci considerazioni divine (Ciento y diez consideraciones divinas, 1539) e Alfabeto cristiano (1546), che consiste in un dialogo con Giulio Gonzaga. Di grande importanza è il suo Dialogo della lingua (Díálogo de la lengua, composto verso il 1535 e pubblicato postumo nel 1737), sulle capacità espressive della lingua castigliana.