Marco Viscomi (1988) è dottore di ricerca in Filosofia e assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Perugia per il corso di Teoria del soggetto e dell’alterità. Oltre ad alcuni articoli sul pensiero heideggeriano in rapporto a Hegel, Nietzsche, Schopenhauer, Sartre e Bonaventura, ha elaborato anche contributi sulla teoresi di autori quali Schelling, Marion, Lévinas, e Böhme. È autore della monografia La formazione di un concetto. Temporalità autentica e tempo originario in Martin Heidegger (Roma 2014). Il venturo nel poetico Il possibile eventuarsi a presenzialità specifica, da parte di ciò che fattivamente è presente, non rinvia ad altro che alla direzione del sacro, il quale non risulta in nessun caso cristallizzabile nella pretesa esautorabilità “logica” del λ?γειν. Poetare e pensare implicano il meditare su questo carattere essenziale del linguaggio, cioè sull’essenzialità di ciò che, dopo la fine degli anni Quaranta, Heidegger nomina come “saga” (Sage). Vale a dire: il “detto” non-calcolabile e tale da dare lui solo la misura al dicibile e al pensabile. «Riflettere sul linguaggio significa pervenire al parlare del linguaggio in modo che questo parlare avvenga come ciò in cui all’essere dei mortali è dato ritrovare la propria dimora». Nel parlare del linguaggio si essenzia il φ?ειν del λ?γειν, cioè il portare alla salvezza della propria essenzialità lo “è” di ogni essente. L’accadimento di una simile salvazione è in Heidegger precisamente il “sacro”: esso appropria ciascun sussistente ed esistente alla possibilità della modalità d’essere che è sua propria. Così come il sacro salva gli enti nella possibilità essenziantesi del loro essere ciò che essi sono, suggerisce inoltre Heidegger, ugualmente è sempre il sacro ad autenticare gli esseri umani nella loro essenza mortale, consentendo a che i mortali possano abitare nella loro essenzialità. I poeti e i pensatori venturi sono coloro che si cimentano sia nel bisogno di autenticità espresso per sé da parte dell’umano, sia nell’originaria appropriazione essenziale e salvifica dello stesso giungere ad essere di ciò che è presente.