Massimo Morasso è nato a Genova cinquantasei anni fa. Germanista di formazione, ha tradotto in volume dal tedesco (Yvan Goll ed Ernst Meister) e dall’inglese (Navarro Scott Momaday, William Butler Yeats e David Jones) e studiato a fondo la poetica di Rilke. A partire dal 1997 ha dato alle stampe soprattutto poesia (il ciclo de Il portavoce, 1997-2012, con L’Obliquo, Raffaelli e Jaca Book e L’opera in rosso, 2016, con Passigli), ma ormai pubblica quasi soltanto saggi e prose creative. Nel 2001 ha scritto la “Carta per la Terra e per l’Uomo”, un documento di etica ambientale in 12 tesi che è stato sottoscritto anche da vari premi Nobel per la Letteratura e premi Pulitzer per la Poesia. Sul piano critico, ha scritto, fra l’altro, due monografie su Cristina Campo (In bianca maglia d’ortiche, Marietti, 2010) e William Congdon (Essere trasfigurato, Qiqajon, 2010), il vasto zibaldone Il mondo senza Benjamin (Moretti & Vitali, 2014) e un libro su Rilke e Michelangelo (Rilke feat Michelangelo, CartaCanta, 2017). È il teorico della “via anagogica” in poesia, e il direttore editoriale della rivista “AV”. Con Lamantica Edizioni sta pubblicando la pentalogia meta-narrativa Unus Mundus, della quale sono usciti i tre primi capitoli: Fantasmata (2017), Kafkegaard (2018) e Le Indie di Genova (2020). Di recente, per Demetra/Giunti ha introdotto l’edizione integrale de La metamorfosi e Lettera al padre di Kafka. Con AnimaMundi ha pubblicato L’amore, il silenzio e la bellezza nella poesia di ogni tempo e paese (2020). Ha vinto dei premi importanti (il “Gozzano”, il “Catullo”…) ed è stato tradotto in alcune lingue.