Mosè Maimonide è stato un filosofo, medico e talmudista ebreo-spagnolo. Fuggito con la famiglia in Marocco nel 1148 per sottrarsi alle persecuzioni degli Almohadi, visse prima a Fez, poi in Palestina e infine in Egitto. Qui si affermò come il più autorevole esponente dell’ebraismo egiziano e divenne medico della famiglia del Saladino. Tra le sue opere, scritte in arabo e in ebraico, e comprendenti numerosi scritti di medicina e di scienza, hanno particolare rilievo la grandiosa codificazione della legge talmudica intitolata Ripetizione della Legge o La mano forte (1170-80); il Libro dei precetti sull’etica biblica; la Lettera di consolazione, indirizzata agli ebrei perseguitati dello Yemen; e soprattutto la celebre Guida dei perplessi o Guida degli smarriti (terminata nel 1190), la maggiore opera della filosofia ebraica, scritta in arabo e subito tradotta in ebraico da Shemuel ibn Tibbon. L’opera di M. rappresenta la più completa sintesi, compiuta con una lucidità e una razionalità pari alla dottrina, tra le istanze religiose, giuridiche, rituali della tradizione ebraica e la nuova cultura filosofica di origine greco-araba. Tale sintesi fu dapprima violentemente osteggiata dai conservatori, in Spagna e in Provenza. In seguito il suo pensiero fu accettato, e la Guida divenne uno dei testi più venerati dai pensatori ebrei, fino a Spinoza e all’illuminismo ebraico; essa influì anche sulla scolastica cristiana, compreso Tommaso d’Aquino.