Tra i maggiori poeti italiani del Cinquecento, nelle sue opere appaiono già rappresentate le aspirazioni e le contraddizioni dell'uomo moderno. Dopo la composizione della favola pastorale Aminta (1573), in cui riprese i motivi sentimentali e idillici della tradizione bucolica classica, Tasso rinnovò il poema cavalleresco con la Gerusalemme liberata (ultimata nel 1575), rielaborazione di un evento storico in cui l'autore inserì temi diversi per presentare la visione di un mondo pieno di conflitti e di contraddizioni, nel quale lottano da una parte le potenze angeliche e il senso cristiano del meraviglioso, dall'altra le potenze infernali e la magia diabolica.
Tasso dedicò gli ultimi anni di vita alla riscrittura delle sue opere e alla composizione di nuovi testi di soggetto religioso.
Fonte: Enciclopedia Treccani