(Bologna 1595-1654) scrittore italiano. Di nobile famiglia, seguì la carriera militare e poi quella diplomatica. Scrisse trattati di politica (Discorsi sopra Cornelio Tacito, 1622; Il ritratto del privato politico cristiano, 1635) e opere storiche (Romulo, 1629; Il Tarquinio Superbo, 1634; Successi principali della monarchia di Spagna nell’anno 1639, 1640), in una prosa tipicamente barocca, ammirata da F.G. de Quevedo e B. Gracián. La parte più viva della sua produzione va cercata nelle sparse sentenze morali che talora, per concisione e pregnanza, richiamano i nomi di Ch. Saint-Evrémond e F. La Rochefoucauld.