(Mosca 1803-69) scrittore russo. Esponente dell’alta nobiltà russa, cominciò a scrivere sotto l’influsso di F. Novalis e E.T.A. Hoffmann. Nacquero così i Racconti variopinti di Irinej Modestovic Gomozejkij (1833), brevi storie imbevute di romanticismo misticheggiante. Le notti russe (1844) è una raccolta di conversazioni filosofiche che affermano l’inadeguatezza della scienza quando non sia guidata da superiori conoscenze metafisiche. Negli anni Quaranta O. scrisse alcuni racconti fantastici: Kosmorama (1840) e La salamandra (1842); con L’anno 4338 (postumo, 1926) tentò, senza molto successo, il romanzo utopistico-sociale. La sua opera, in cui si avverte un certo squilibrio tra la forma ancora classicheggiante e la ricerca di nuovi contenuti, è una tipica espressione della «corrente universalistica» del romanticismo russo (la più influenzata dalla filosofia tedesca). O. fu inoltre critico musicale di rilievo: valorizzò e rese popolari compositori come M.I. Glinka, A.S. Dargomyžskij, M.A. Balakirev.